Isspresso, il “caffè spaziale” dell’astronauta Nespoli
Dopo il caffè solubile, ora è possibile bere anche un caffè espresso nello spazio. Insieme
all’astronauta Paolo Nespoli è tornata infatti sulla Terra anche la macchinetta Isspresso,
quella capace di fare il “caffè spaziale”. Spedita sulla Stazione spaziale internazionale 32 mesi
fa, la macchinetta sarà d’ora in avanti conservata dal Victoria & Albert Museum di Londra
all’interno della mostra “The Future Starts Here”, insieme ad altri oggetti di design.
La prima persona a gustarsi l’espresso fuori dal pianeta Terra, in una situazione di
microgravità, era stata Samantha Cristoforetti nel 2015. Al suo terzo viaggio, invece, Paolo
Nespoli ha fatto parte della missione “Vita” che lo ha portato a ben 400 km da casa: insieme a
lui ha navigato nello spazio anche la macchinetta realizzata per l’occasione da Argotec per
Lavazza insieme all’ASI (Agenzia Spaziale Italiana). Nel complesso Isspresso ha viaggiato per
più di 650 milioni di chilometri ad una velocità di 28mila km all’ora e, nei mesi, si sono alternate
undici spedizioni con diversi equipaggi di astronauti. Tutti quanti hanno potuto scegliere tra
bevande come thè e brodi caldi, caffè corti e caffè lunghi: ognuno ha scelto secondo le proprie
abitudini e necessità. La possibilità di disporre del brodo ha permesso anche di reidratare il
cibo trasferito a così enorme distanza dal pianeta Terra. La macchinetta Isspresso ha dato
anche l’opportunità di studiare fenomeni di fluidodinamica in situazione di temperatura e
pressione molto alta: compreso il particolare processo di formazione della schiuma per il caffè.
Ovviamente Ispresso è stato messo a punto perchè rispondesse a precisi requisiti stabiliti
dalla NASA e per essere adoperato all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. Lo scorso
settembre lo stesso Nespoli lo ha dimostrato: ha festeggiato proprio l’International Coffee
Day con un vero espresso italiano tra le mani. La macchinetta a capsule ha raggiunto ora il
proprio obiettivo ed è considerata all’altezza per accompagnare possibili future spedizioni
attorno all’orbita terrestre.
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